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Thc, cos’è e come funziona la sua assunzione

Il THC, acronimo che sta per delta-9-tetraidrocannabinolo, è la principale sostanza psicoattiva presente nella cannabis dotata di particolari proprietà farmacologiche.

Si tratta di una molecola che fa parte della famiglia dei cannabinoidi, composti chimici tipici della pianta di cannabis capace di legarsi a specifici recettori del nostro organismo e modulare diverse funzioni biologiche.

Il THC è responsabile della maggior parte degli effetti, terapeutici e non, associati all’utilizzo di cannabis e derivati. Possiede infatti evidenti proprietà analgesiche, antinausea, stimolanti dell’appetito, ma provoca anche alterazioni dello stato di coscienza.

In questo articolo analizzeremo nel dettaglio la struttura chimica del THC, la sua interazione con l’organismo e i principali effetti che questa affascinante molecola è in grado di generare. Vedremo inoltre come è possibile rilevare il THC e i suoi metaboliti nelle analisi delle urine e per quanto tempo permangono nell’organismo in caso di assunzione.

Come si assume il THC

Esistono svariate modalità di assunzione del THC, dal fumo alla vaporizzazione, fino all’ingestione orale.

La forma più diffusa è l’aspirazione tramite sigaretta (“spinello”), che ne permette un rapido assorbimento a livello polmonare. Il THC viene però utilizzato anche tramite vaporizzatori, dispositivi che riscaldano la cannabis senza bruciarla, generando un vapore inalabile contenente i cannabinoidi.

Oltre all’impiego ricreazionale, per anni il THC ha avuto anche un importante utilizzo terapeutico nel trattamento sintomatologico di patologie come nausea, vomito, dolore cronico. Recenti studi ne hanno indagato il potenziale anche in disturbi più complessi come le leucemie o alcuni tipi di tumore (cervello, prostata).

In Italia la legge consente, sotto prescrizione medica, la detenzione di medicinali a base di THC con percentuali definite. Si possono così assumere legalmente preparazioni a scopo terapeutico, rispettando i valori di THC consentiti.

THC e disturbi psichici

Quanta probabilità c’è che l’utilizzo di cannabis possa favorire dei disturbi psichici? Ci sono molti pareri discordanti in merito, anche se si sa che l’uso prolungato della sostanza rischia di sviluppare questi disturbi a chi già ha una predisposizione genetica a svilupparli. 

Il THC, principio attivo della cannabis, è una molecola che continua a destare grande interesse, curiosità e anche false credenze. Comprenderne gli effetti, la durata d’azione e le modalità di smaltimento consente di far chiarezza e un utilizzo più consapevole, sia in ambito ricreativo che terapeutico.

In questo articolo analizzeremo nel dettaglio cos’è il THC, i suoi effetti sull’organismo, quanto durano e i tempi necessari per eliminarlo completamente dal corpo. Vedremo anche quali sono i limiti legali consentiti nei diversi Paesi.

Cos’è il THC

Il THC, acronimo di delta-9-tetraidrocannabinolo, è un cannabinoide, ovvero uno dei principali composti chimici presenti nella pianta di cannabis. Più precisamente, è il principale composto psicoattivo della cannabis, nonché il maggior responsabile degli effetti sullo stato mentale e fisico che questa sostanza è in grado di produrre.

Dal punto di vista chimico, il THC è una molecola lipofila, ovvero si scioglie bene nei grassi e tende dunque ad accumularsi nei tessuti adiposi dell’organismo.

Rispetto all’altro noto cannabinoide della cannabis, il CBD, il THC presenta una struttura molecolare leggermente diversa, che gli consente di legarsi più efficacemente ai recettori cannabinoidi presenti nel sistema nervoso centrale e periferico. Questa interazione è alla base degli evidenti effetti psicoattivi del THC.

Modalità di assunzione

Il THC può essere assunto attraverso diverse vie:

  • Inalazione tramite fumo: è il metodo più comune, consente un rapido assorbimento del THC attraverso i polmoni e l’inizio degli effetti dopo pochi minuti.
  • Vaporizzazione: riscaldando la cannabis si genera un vapore inalabile contenente THC, considerato meno dannoso del fumo.
  • Ingestione orale: il THC può essere consumato per via orale in prodotti come oli, tinture, capsule. L’assorbimento è più lento e graduale, gli effetti si manifestano dopo 1-2 ore.

Oltre all’utilizzo ricreativo, studi scientifici hanno dimostrato il potenziale terapeutico del THC e suoi derivati nel controllo di nausea, vomito, dolore cronico in patologie gravi e progressive.

Effetti del THC

Il THC è in grado di alterare numerose funzioni cerebrali e fisiologiche. Gli effetti soggettivi comprendono:

  • Rilassamento
  • Euphoria
  • Intensificazione sensoriale

Mentre a livello fisico il THC determina:

  • Aumento della frequenza cardiaca
  • Vasodilatazione
  • Ipotensione
  • Congiuntivite
  • Bocca secca

A dosaggi elevati si possono anche manifestare effetti avversi come ansia, attacchi di panico, palpitazioni, crisi paranoiche.

Studi clinici hanno dimostrato l’efficacia del THC e suoi analoghi nel stimolare l’appetito e controllare nausea e dolore in pazienti con gravi patologie o sottoposti a chemioterapia.

Durata effetti THC

Gli effetti del THC insorgono entro pochi minuti se fumato o vaporizzato, fino a un’ora o più se ingerito per via orale.

La durata complessiva degli effetti è di 2-6 ore a seconda del tipo di assunzione e dose. Residui effetti sono possibili anche fino al giorno successivo.

La sensazione soggettiva svanisce prima della completa eliminazione dall’organismo, la cui durata esatta dipende da numerosi fattori.

Come smaltire il THC

Una volta assunto, il THC viene distribuito rapidamente attraverso il flusso sanguigno verso organi e tessuti, inclusi quelli adiposi.

La sua completa eliminazione richiede tuttavia tempi più lunghi, che variano a seconda della quantità, della frequenza di assunzione e del tipo di matrice biologica considerata.

Quanto rimane il THC nella saliva

Il THC è rilevabile nella saliva per un periodo relativamente breve dopo l’assunzione. Questo rende il test salivare un metodo efficace per rilevare un consumo recente di cannabis.

In caso di consumo occasionale, la positività del test salivare per il THC può variare: da un minimo di 12 ore fino ad un massimo di circa 34 ore dall’ultima assunzione. Questo intervallo di tempo è indicativo della velocità con cui il corpo metabolizza e smaltisce il THC in individui che non fanno un uso frequente della sostanza.

Per i consumatori cronici o regolari di cannabis, invece, il THC può essere dosato nella saliva per un periodo più lungo, fino a 72 ore dal consumo. Questa maggiore durata di rilevabilità riflette l’accumulo della sostanza nel corpo dovuto all’uso frequente e regolare.

I limiti di positività nel test salivare sono generalmente stabiliti a 28 ng/mL di THC. Questo valore soglia è usato per determinare un risultato positivo, indicando un consumo recente di cannabis. Questi limiti possono variare in base ai regolamenti locali e alle politiche specifiche adottate dalle autorità o dalle organizzazioni che conducono i test.

Quanto dura il THC nel sangue

Nel sangue, il THC persiste per un periodo prolungato, specialmente per gli utilizzatori regolari. La finestra di rilevabilità del THC nel sangue, o finestra di positività, varia a seconda della frequenza d’uso:

  • Da 1-2 giorni dopo l’uso singolo per un utilizzatore occasionale, i livelli di THC nel sangue diminuiscono rapidamente.
  • Fino a una settimana per i consumatori abituali, dove il THC si accumula e rimane rilevabile per un periodo più esteso.

Utilizzando tecniche analitiche avanzate e altamente sensibili, come la spettrometria di massa, sono stati rilevati livelli plasmatici di THC superiori ai limiti anche dopo 4 settimane dall’interruzione del consumo regolare. Questo dimostra come il THC possa persistere nel sistema per tempi notevolmente lunghi in seguito a un uso frequente e prolungato.

I limiti di cutoff per definire la positività al THC nel sangue variano notevolmente, generalmente da 1 ng/mL a 10 ng/mL. Questi limiti sono stabiliti in base a standard legali e medici e possono differire in base alle leggi locali e alle politiche specifiche di test antidroga.

Quanto dura il THC nel capello

Essendo una matrice che riflette l’esposizione cronica over un lungo periodo, i capelli possono contenere tracce rilevabili di THC anche per molti mesi dopo l’ultima assunzione.

I capelli crescono di circa 1 cm al mese. Di conseguenza, è possibile stimare la cronologia dei consumi di THC analizzando le diverse sezioni del capello.

Il limite di positività per il test del capello è pari a 0.1 ng THC per milligrammo di capello.

Quanto rimane il THC nelle urine?

l THC, o tetraidrocannabinolo, è la principale molecola psicoattiva presente nella cannabis. Quando questa sostanza viene consumata, può essere rilevata nelle urine, elemento cruciale per determinare l’uso di cannabis in molti contesti legali e lavorativi. La presenza del THC nelle urine è spesso misurata per stabilire se una persona ha superato i limiti legali consentiti per la guida o per altri aspetti normativi.

Quanto rimane il THC nelle urine? Questa domanda ha risposte diverse a seconda della frequenza del consumo.

Quanto resta il THC nelle urine se fumato occasionalmente?

Per un utilizzatore occasionale, il THC può essere rilevabile nelle urine per un periodo che va da alcuni giorni fino a una settimana. Ciò dipende da vari fattori come il metabolismo individuale e la quantità consumata.

Quanto dura il THC nelle urine di un fumatore cronico?

Nei consumatori cronici, il THC può rimanere rilevabile nelle urine per un periodo molto più lungo, spesso diverse settimane. La liposolubilità del THC implica che esso si accumuli nei tessuti grassi del corpo, rilasciandosi gradualmente nel tempo.

Uno degli aspetti più discussi riguarda l’effetto THC, ovvero come questa molecola influisca sul corpo umano e sulla mente. Gli effetti THC possono variare significativamente da persona a persona, dipendendo da vari fattori come la tolleranza individuale e la quantità consumata. Questi effetti includono alterazioni della percezione, variazioni dell’umore, diminuzione della coordinazione motoria e difficoltà nella concentrazione.

La molecola THC è liposolubile, il che significa che si lega facilmente ai tessuti grassi nel corpo e può rimanere nel sistema per un periodo prolungato. Questo aspetto è particolarmente rilevante quando si considera il THC nelle urine.

Come eliminare il THC dalle urine?Per eliminare il THC dal sistema, il corpo deve metabolizzarlo e smaltirlo naturalmente. Bere molta acqua, fare esercizio fisico e seguire una dieta sana possono aiutare a accelerare questo processo. Tuttavia, non esistono metodi garantiti o immediati per eliminare il THC dalle urine, soprattutto per i consumatori cronici.

In ambito legale, i limiti di THC nelle urine sono spesso stabiliti per garantire la sicurezza sul lavoro e sulle strade. Tuttavia, determinare un limite universalmente accettato è complesso, data la varietà degli effetti individuali e la durata con cui il THC rimane nel corpo.

In sintesi, la comprensione dell’effetto THC, della sua permanenza come molecola THC nel corpo, e degli effetti THC complessivi è fondamentale per stabilire politiche e regolamenti efficaci riguardo l’uso di cannabis e la sicurezza pubblica.

Ignazio

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