Sono molti gli studi che affermano che la cannabis non crea dipendenza. Poi c’è chi è a favore del proibizionismo, il quale sostiene che gli effetti della pianta del genere angiosperme, possa recare danni alla salute e una specie di subordinazione al quale non si può farne a meno.
C’è da ammettere però, che un eccesso di canapa a lungo termine, potrebbe comportare una dipendenza che gli esperti chiamano “psicologica”, un po’ come quella del vizio del gioco (ludopatia) o delle sigarette. Ma è così difficile smettere di fumare marijuana?
La cannabis crea o non crea dipendenza?
Al di là che la cannabis non crea dipendenza oppure si, ciò che devi sapere è che parte dei suoi principi attivi (il più comune Delta–9–tetraidrocannabinolo) agisce a livello psichico. Di per sé non produce alcun effetto indesiderato, se non:
- Eccessiva espansività;
- Ebrezza;
- Aumenta le sensibilità quali udito, gusto e olfatto;
- Aumenta le percezioni visive e tattili;
Tutte sensazioni che in alcuni soggetti provocano piacere, in altri senso di indifferenza. In un modo o nell’altro, la canapa non reca danni cerebrali, non fa perdere la memoria, non comporta conseguenze al feto, non fa far cilecca a letto, e non si muore di cannabis.
Quest’ultimo e breve elenco, fa riferimento a tutte quelle false leggende sulla cannabis e sui danni che non sono stati mai scientificamente provati.
Quando è meglio evitare la cannabis: lo studio dell’Oms
L’Oms (il cui acronimo sta per Organizzazione Mondiale della Sanità) ha eseguito gli studi sulla “pericolosità”, dipendenza e gli effetti della cannabis. Dalle ricerche si evince che la pianta in questione, potrebbe causare l’incapacità di fare a meno di essa, solo nel 10% dei casi.
Una probabilità molto ridotta che si suddivide in queste circostanze:
- 1 su 6 in età adolescenziale (arco di tempo in cui è sconsigliato l’utilizzo, per evitare che un giovane con una personalità non ancora definita, possa subirne gli effetti comportamentali).
- 1 su 3 qualora l’individuo facesse uso di cannabis quotidianamente.
Nonostante ciò, l’Oms ha dichiarato che per quel riguarda i pericoli, la cannabis si posiziona all’ultimo posto dopo i danni e le conseguenze provocate da: nicotina, alcol, morfina, cocaina, eroina e altre sostanze che conseguirebbero (direttamente o indirettamente) alla morte.
L’ultimo punto (dopo aver stabilito che in parte, la cannabis non crea dipendenza) riguarda il cancro e tumori. Secondo lo studio dell’Oms:
«Fumare un mix di cannabis e tabacco può aumentare il rischio di cancro e di altre malattie respiratorie, ma è stato difficile capire se i fumatori di cannabis hanno un rischio più elevato, al di là di quella di fumatori di tabacco».
La ricerca dell’Università della California invece sosterrebbe l’opposto. Ovvero, non solo che tra marijuana e tabacco non ci sarebbe alcuna connessione implicita o esplicita, bensì la cannabis aiuterebbe a uccidere e combattere le cellule vecchie, impedendogli la trasformazione in “cancerose”.